Autori: L.Spigolon 1, A. Dell’Oro2, N. Salmaso 3

Il Ministero della Sanità nell’agosto 2001 diventa Ministero della Salute. Come già era avvenuto in altri paesi d’ Europa la modifica, rivela infatti un cambiamento di prospettiva che mette al centro dell’attenzione il concetto di salute, per tutelare la quale la sanità non è più l’unico strumento da impiegare, nè i medici i soli responsabili.

L’OMS ribadisce che il benessere fisico,psichico e sociale, non dipende solo da medici, farmaci ed ospedali, ma anche e soprattutto da tutti i fattori che costituiscono l’ambiente fisico e culturale. Il cittadino, che era considerato un fruitore passivo delle cure elargite dallo stato (il cosiddetto Welfare State), oggi è chiamato a svolgere un ruolo più attivo. La promozione della salute passa inevitabilmente attraverso l’adozione di politiche pubbliche coordinate, mirate a favorire e sviluppare beni, servizi e ambienti più sani, tutelare le risorse naturali, informare e rendere partecipi le persone, sviluppandone le capacità personali per metterle in grado di aumentare il controllo sui determinanti della salute. A Heidelberg nell’agosto 1996 (su Attività fisica, Invecchiamento e Sport), a Sundswall luglio 1997 l’OMS portò in evidenza il comportamento sempre più sedentario della popolazione. E’ ormai provato che un’alimentazione scorretta e un’insufficiente attività fisica sono fattori di rischio causali di molte malattie come gli accidenti cerebro vascolari, il diabete tipo 2, l’ipertensione, l’obesità, l’osteoporosi, le malattie coronarie. Una politica urbanistica sensibile deve inserire, nella programmazione della città, anche spazi da destinare allo sport libero e alle aree verdi non più come mero adempimento normativo. Non è più possibile concepire un impianto sportivo come un luogo chiuso, lo si deve intendere invece come un’area attrezzata e permeabile, in cui il singolo impianto costituisce una parte ed una funzione che non lo esaurisce. Per il raggiungimento di questi obiettivi si propone la realizzazione di spazi pubblici con tre aree specifiche: per le attività motorie espressive, per le attività motorie fisico sportive, per le attività motorie della mente e dello spirito. Nella prima trovano posto spazi e costruzioni atti a favorire attività di aggregazione e di intrattenimento: danza, ginnastica artistica, twirling, arti marziali, attività di scuola all’aperto, attività di gioco attrezzato per bambini. Nella seconda trovano posto spazi e percorsi all’aria aperta disegnati sulla morfologia geofisica e botanica dell’area per: attività motorie ludiche (tornei), attività motorie aerobiche (jogging, corsa, fitwalking, nordic walking, ciclismo, canoa kayak), attività motorie anaerobiche, aerobiche alternate (calcetto, pallacanestro, pallamano, badminton), attività motorie di abilità (golf, bocce, tiro con l’arco ecc.), naturali semplici: fit running, trail running, orienteering. Nella terza trova spazio il paesaggio naturale accessibile alla mente per attività motoria di relax (scacchi, bridge), attività di relax (lettura, pittura, ascolto), attività di meditazione (joga, katà, concentrazione), attività di giardinaggio (giardino del se, orto, fiori)o complesse come l’arrampicata sportiva, mountain bike, beach-volley, street-ball..

L’”Evidence Based Medicine” conferma che il programma di esercizio fisico migliora significativamente il rapporto costo beneficio rispetto ad un gruppo di controllo sedentario. La possibilità di praticarlo in ambienti adatti è un bisogno emergente per il cittadino. Molte attività motorie terapeutiche e di mantenimento potrebbero essere prescritte dal medico curante e praticabili in autogestione dal paziente stesso con controlli periodici negli ambulatori della medicina territoriale. Ciò ridurrebbe di molto l’utilizzo delle risorse sanitarie e permetterebbe al paziente di essere il protagonista del programma terapeutico. Alla luce di quanto precisato l’attività fisico motoria adattata e personalizzata è il supporto più valido per giungere alla guarigione e alla riduzione degli effetti sull’organo. Un programma terapeutico motorio deve essere studiato e rivolto al potenziamento dell’organo interessato e/o al riadattamento di quell’apparato nel suo insieme. Quindi la classificazione delle patologie che potrebbero ottenere risultati sufficienti attraverso il movimento, deve seguire il principio del “danno d’organo” e non quello della sua eziologia5. I percorsi specialistici riabilitativi trovano posto nell’Unità ambientale dedicata alle attività motorie fisico sportive (seconda area). Tali percorsi sono realizzati nel ”circuit training “ dedicato a tutti ed implementati con alcune varianti. Si ricorda che per il principio “sport per tutti”; non devono essere realizzati e destinati circuiti specifici per anziani, bambini, disabili, cardiopatici o altro. I percorsi specifici riabilitativi vanno realizzati all’interno della stessa area in cui verranno indicate le varianti (di percorso o di modalità di esecuzione) più adatti. I percorsi specifici riabilitativi possono essere indicati da una segnaletica colorata: azzurro per il “cardio fitnes” , il giallo per l’ “agility fitness”.Ciò risulterà utile al medico per indicare al proprio assistito tipo di percorso e modalità di esecuzione (tempo, intensità) al fine di personalizzate la prescrizione. Tali percorsi dovranno essere dotati di stazione di biometeorologia e indicatori progressivi di distanza. Risulta inoltre importane uniformare e standardizzare questi percorsi nel più vasto spazio nazionale od anche europeo. Il Percorso “CARDIO FITNESS”è un Circuito è di 400 m, pianeggiante, adatto al principiante dei percorsi specialistici riabilitativi. Richiede un carico fisico motorio moderato, ma continuo. Il percorso in erba o terra battuta è fondamentale per mantenere la compatibilità ambientale. Risulta adatto a tecniche quali: fit walking, trekking, nordic walking, jogging, fit running. ; è studiato per attività con impegno cardio circolatorio minimo o moderato. Caratterizzato da attività di pompa a ritmo costante, frequenze sottomassimali e caduta delle resistenze periferiche. La variante di percorso al lato in piano è di 100 metri, con dislivello 6/8% di salita e discesa e altri 100 metri di percorso pianeggiante su sabbia o corteccia. La variante è indicata per esperti di con almeno 3 mesi di attività.

Il percorso“agility fitness”è un percorso di allenamento in circuito per migliorare oltre alla resistenza organica di base, le capacità motorie condizionali quali: la resistenza alla forza, la mobilità, la destrezza, l’equilibrio, la velocità e la coordinazione. Si ricercherà la stimolazione delle capacità cognitive e di equilibrio mentale, attraverso la decontrazione muscolare, la meditazione e l’espressione corporea. Le stazioni e i percorsi sono scelti in modo da allenare le diverse capacità motorie in maniera alternata e multifunzionale. Il Percorso si completa in 3 stazioni: in cui possono essere eseguite sequenze di movimenti fisici naturali: è dotata di spazi tecnico-funzionali, caratterizzati da: superfici morbide, tatami e specchi per il controllo delle posture. Il silenzio e la tranquillità sono gli elementi di qualificazione. Non è più possibile concepire un impianto sportivo come un luogo chiuso, lo si deve intendere come un’area attrezzata e permeabile, in cui un singolo impianto costituisce una parte ed una funzione che non lo esaurisce.

 

1 Medicina dello Sport - ULSS 16 Padova

 

2 Libero professionista - Padova

 

3 Ist. Tecnico Guglielmo Marconi - Padova

 

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